Una fauna ittica rigogliosa nelle acque del
lago eppure non tutti ci “sguazzano”
Il Carpione del Garda è a rischio estinzione
ed inserito nelle specie con forte vulnerabilità dall’ente internazionale perla conservazione della natura IUNC.
L’habitat unico del Garda ha gettato le basi affinché questo pesce appartenente
alla categoria dei salmonidi, si stabilisse e riproducesse esclusivamente nelle
acque del nostro lago mettendone a rischio la specie, ma, di fatto, rendendo un
prodotto unico e pregiato.
La prima legge a protezione del “Re” fu
emanata dalla Repubblica di Venezia nel 1464 che con un decreto ducale lo
elevava a piatto d’onore nei banchetti ufficiali. A oggi si stanno cercando
particolari legislazioni volte alla sua tutela con azioni congiunte tra le tre
provincie che amministrano il Garda. Alcune abitudini di pesca sono già
cambiate, per esempio dalle reti di profondità usate nei periodi di fregola
alla pesca con la tirlindana, ma il numero in costante decrescita obbliga a
cercare altre strategie.
A questo punto sono due le visioni sul passato
e sul futuro del carpione. Da un lato i pescatori (i più anziani perché tra i
giovani c’è ancora chi non ne ha ancora pescato uno) che sono nostalgici di
quando l’acqua del lago era meno fredda e di quando dalla gardesana franava del
terreno nel lago, formando gli habitat naturali per la riproduzione. L’altra
visione, quella dei ricercatori che evidenziano come fattore decisivo per la
graduale scomparsa, l’inserimento di specie alloctone che si nutrirebbero delle
uova del Carpione e del cibo necessario alla sua proliferazione.
Tra un misto di nostalgia e voglia di
conservazione il Carpione del Garda lotta per non lasciare il proprio
territorio e continuare a dominare regalmente questo specchio di cielo che alle
volte richiama ancora gli dei dell’Olimpo, come fece con Saturno che alimenta
la leggenda della nascita di questo pesce d’orato. Ma questa è un’altra storia.
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